giovedì 24 aprile 2014

Eredi di Duchamp? L'arte di sfregiare il sacro nell'era di Photoshop

Quanta purezza e immediatezza di intenzioni c'era nel "gesto" di Duchamp di sfregiare l'immagine della Mona Lisa dipinta da Leonardo con un piccolo paio di baffetti e un pizzetto nel 1919...

Oggi la tecnologia è talmente più avanzata rispetto ad allora che a quell'immagine, da sempre un'icona dell'arte sublime del Rinascimento italiano, è stato fatto di tutto, ma non più per mano umana quanto per mezzo di computer e programmi di grafica vari.

Digitando "gioconda" o "mona lisa" su Google (non occorrono le maiuscole neanche per Gesù Cristo) ci si imbatte in un'infinita serie di facili sfregi che si sono fatti al JPEG dell'immagine dei Leonardo, basandosi su tormentoni vari di una pseudo-cultura di massa, senza più neanche il coraggio della fisicità di un oggetto concreto per il proprio sfregio, non solo perché sarebbe troppo impegnativo produrlo, ma se non altro perché avrebbe una diffusione più ristretta rispetto a quella che ottiene con la rete internet.

Ci sono le Gioconde con facce di vip, le Gioconde in versione punk-reggae-emo-horror-meme-ecc., le Gioconde come se le avesse fatte Monet-Picasso-Dalì-ecc., le Gioconde "mosse" rispetto alla posizione originale, in posizioni equivoche, buoncompagnone, sexy, eccetera, eccetera, eccetera.

Tutte le versioni hanno qualcosa di perverso, di fanatico, che nel primo baffetto di Duchamp non c'era, era quello anzi un gesto minuscolo, ma anche liberatorio nei confronti di una "religione", era una bestemmia, sì, ma di uno che poi il quadro lo conosceva bene e ne aveva comunque rispetto, come si poteva avere rispetto anche per quegli insegnanti che a scuola odiavi.

Quelle di oggi paiono solo un enorme chiacchiericcio fatto di immagini, anzi fatto di files, poiché appunto non ci si prende neanche la responsabilità di produrre un inutile oggetto fisico.

Mentre Duchamp compiva un gesto per se stesso, liberatorio, scandaloso come una bestemmia, per liberare la figura dell'artista, tutti questi pseudo-artisti di oggi compiono una dissacrazione gratuita, ormai vecchia, plateale e cerebrale, non più per scandalizzare il pubblico, ma per indurlo, magari in nome di qualche campagna pubblicitaria, a riconoscere in quell'icona così sublime qualcosa di proprio, ma di volgare, di violento, calcolando l'operazione a tavolino, sfruttando spesso tristi mode del momento, e in quanto tali passeggere, effimere.

Contro tutto questo sopravviverà LEI, la vera Mona Lisa, con la sua bellezza, con la bellezza dello sfumato leonardesco, in cui della pennellata non resta più traccia percettibile, un miracolo di cui ci si riesce a stupire anche dietro i baffetti di Duchamp, e nessun programma di grafica ci restituirà mai l'abilità di quella mano (di Leonardo) o l'intelligenza di quel gesto (di Duchamp), entrambi così umani.


[Per vedere l'origine delle immagini: tasto destro - apri in un'altra scheda]



  







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