sabato 1 febbraio 2014

Todo modo: l'orrore nella memoria

Todo Modo (1976) di Elio Petri è indubbiamente uno dei più grandi film horror italiani. Diciamo film horror anche se lo è diventato involontariamente. Nasce come film grottesco, ma diventa horror a causa della evoluzione storica della vita politica italiana successiva. La storia immediatamente successiva ci ha fatto talmente più orrore da modificare la stessa percezione che gli Italiani potevano avere del film.

E' un film che voleva scuotere le coscienze politiche come tenta di fare tanto cinema di Petri e tanto cinema politico anni '70, ma oggi, cadute le ideologie, scuote la memoria e sembra incredibile la sua disinvoltura profetica.

Sono evidenti nel film i riferimenti a personaggi ben precisi della Democrazia Cristiana dell'epoca, in particolare Aldo Moro e Giulio Andreotti.

Nel film lo pseudo-Andreotti appare e presto si dilegua, mentre lo pseudo-Moro diventerà una specie di burattinaio che alla fine verrà anche lui ucciso in un gioco di misteriosi omicidi sequenziali un po' nello stile di Dieci piccoli indiani di Agatha Christie. Ma si era nel pieno degli anni di piombo e l'effettivo assassinio di Moro costringerà a far sparire il film dalla circolazione. Faceva veramente troppa paura.

Ancora oggi fa un certo effetto vedere raccontata in anticipo sugli accadimenti la nostra storia d'Italia in quel modo grottesco di cui si trovano difficilmente esempi di pari livello nel cinema successivo.

Al termine di un percorso dantesco in una pineta di massacri,
l'assassino si prepara ad uccidere lo pseudo-Moro di Volontè

Alcuni elementi come l'albergo-bunker, i corridoi, gli omicidi, le stanze numerate, il sotterraneo, il rapporto perverso con la donna, la pineta-labirinto fanno venire alla mente vari film horror, ma il più importante è Shining (1980) di Stanley Kubrick.

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