lunedì 3 febbraio 2014

La suspence ai tempi di Leonardo da Vinci

Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: 
«In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 
I discepoli si guardavano l’un l’altro, 
non sapendo bene di chi parlasse. 
Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, 
si trovava a tavola al fianco di Gesù. 
Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: 
«Di', chi è colui a cui si riferisce?».
(Gv 13, vv. 21-24)


Giuda (che tradirà), Pietro (che fa il cenno e chiede) e Giovanni (il discepolo che Gesù amava) costituiscono il gruppo di tre apostoli immediatamente sulla sinistra rispetto a Cristo.


Questo è il gruppo che Leonardo ha concepito e dipinto prima degli altri, commettendo anche l'errore di dipingere questi tre apostoli troppo piccoli (appaiono sproporzionati rispetto agli altri gruppi), ma è anche il gruppo in sé concettualmente più perfetto.

I volti, i gesti e gli oggetti che i tre hanno in mano sono un vero e proprio dramma nel dramma.

Giuda, Pietro e Giovanni nel Cenacolo vinciano
Dopo che Gesù ha pronunciato la frase "uno di voi mi tradirà", mentre ognuno degli apostoli dell'affresco reagisce con sorpresa o sdegno, Pietro è rappresentato in un momento appena successivo, si avvicina all'orecchio di Giovanni, l'apostolo prediletto da Gesù che magari ne sa qualcosa di più, per bisbigliargli la domanda "Chi è il traditore?"con uno sguardo torvo e guardingo.
Il coltello che ha in mano non ci sembra più una posata utile solo per la cena.

Giuda, Pietro e Giovanni nella copia del Cenacolo vinciano di Giampietrino
Egli non sa che il traditore è proprio a pochi centimetri da lui, forse riesce anche ad ascoltare con imbarazzo quello scambio di battute, addirittura si protende in avanti quasi spostato da Pietro che deve nell'affresco scavalcare proprio lui (!) per chiedere di qualcosa che lui ha organizzato e che lui sta per compiere. Quindi Pietro parla in un orecchio a Giovanni, affinché nessuno lo senta, ma proprio chi non dovrebbe sentire forse ci riesce perché Leonardo lo ha posto così vicino.

Possiamo immaginare il subbuglio nell'animo di Giuda, già "pietrificato" dall'affermazione profetica di Gesù, la quale gli ha fatto rovesciare la saliera con lo stesso braccio che regge il sacchetto dei denari, prova della sua corruzione.

Il traditore è proprio lì, a portata di coltello, di vendetta, ma loro non lo sanno, lo sappiamo noi che guardiamo l'affresco di Leonardo: quel gruppo è in sé ricco di una sua particolare suspence.

Hitchcock, nel famoso libro-intervista di Truffaut, dice:

"La differenza tra suspence e sorpresa è molto semplice (...) Noi stiamo parlando, c'è una bomba sotto questo tavolo e la nostra conversazione è normale, non accade niente di speciale e improvvisamente... boom!, l'esplosione. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi gli è stata mostrata una scena priva d'interesse. Ora veniamo alla suspence. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa, probabilmente perché ha visto l'anarchico mentre la stava posando. Il pubblico sa che la bomba esploderà alle 13.00, e sa che sono le 12.45 - c'è un orologio - : la stessa conversazione insignificante diventa tutt'a un tratto molto interessante perché il pubblico partecipa alla scena. Gli verrebbe da dire ai personaggi: 'Non dovreste parlare di cose banali, perché c'è una bomba sotto il tavolo che sta per esplodere'. 
Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico quindici secondi di sorpresa al momento dell'esplosione. Nel secondo gli offriamo quindici minuti di suspence."

Insita nell'episodio del Vangelo è la suspence generata dalla presenza di una bomba a orologeria, ossia Giuda, seduto proprio a quella tavola, e l'esplosione sarà l'arrivo dei soldati. A rendere tutto più drammatico ovviamente c'è il fatto che qui non solo noi sappiamo che esploderà qualcosa, ma addirittura la stessa vittima di questa bomba -Gesù- dimostra di saperlo.

Ma Leonardo aggiunge un'altra bomba: esplosiva potrebbe essere anche tutta quella situazione che si è creata intorno a Giuda, e anche quel sacchetto nella sua mano è pericoloso, potrebbe infatti scoppiare una rissa intorno a quel tavolo se qualcuno lo notasse e ne chiedesse conto, in più Pietro, investigatore proprio alle sue spalle, ha un coltello in mano, e con quel coltello -già noi sappiamo che- qualche minuto dopo, non si farà tanti scrupoli a tagliare un orecchio a Malco, inserviente al seguito dei soldati.

Quindi gli apostoli vivono e rappresentano una sorpresa, (malgrado la sorpresa di Giuda sia diversa da quella degli altri: gli altri non credono che il tradimento sia possibile, lui invece non riesce a credere che Gesù già lo sappia), mentre noi  viviamo la suspence, poiché solo noi e Giuda conosciamo l'origine di quel sacchetto, sentiamo quello che chiede Pietro, e solo noi (non Giuda) vediamo persino il coltello in mano di quegli.

In Leonardo il sacchetto nelle mani di Giuda non pare più semplicemente il simbolo identificativo del traditore come in tanti altri cenacoli, ma è la potenziale prova di colpa agli occhi degli altri, che dovrebbe forse affrettarsi ad occultare... E invece la saliera rovesciata proprio dal braccio che ha in mano il sacchetto attira su di esso maggiore attenzione, è quasi colto in flagranza. Chissà se secondo le superstizioni dell'epoca versare il sale poteva portare sfortuna come si ritiene oggi.

All'epoca di Leonardo il cinema ovviamente non esisteva, ma lui sembrava aver già intuito tutti i meccanismi che ne regoleranno la suspence.

Giuda, Pietro e Giovanni nella copia del Cenacolo vinciano attribuita a Cesare De Seta
(Ponte Capriasca)

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